Descrizione
Come gran parte della Lomellina, anche il territorio comunale di Sannazzaro è caratterizzato da risaie e dal fiume Po.
Territorio e il suo paesaggio
La Lomellina è dominata dalla coltura del riso. Chilometri e chilometri di risaie fanno di questo vasto territorio un ambiente affascinante e suggestivo, grazie a quella sensazione di equilibrio tra natura e attività dell'uomo e allo scorrere delle stagioni che, in risaia, si traduce in un sorprendente sfumare di colori.
L'inverno è dominato dal silenzio e dal colore bruno della terra a riposo, nei mesi più freddi spesso striato dal bianco della brina o della neve e avvolto dal grigio argenteo della nebbia. In primavera, il risveglio delle risaie è brillante e cristallino, come l'acqua che le sommerge e le trasforma in un'immensa scacchiera di specchi che riflettono l'intero ambiente circostante, dalle nuvole, ai monti, agli alberi, al più piccolo filo d'erba. D'estate il riso che cresce è di un verde carico e acceso che dà forza ed energia al panorama e ben si sposa con l'azzurro del cielo e le vaporose nubi estive. In autunno, il riso ormai maturo si trasforma in oro e, prima di essere raccolto, dona al panorama tonalità calde e magiche.
Anche se il ciclo del lavoro della risaia è oggi completamente meccanizzato, l'ambiente conserva ancora il fascino dei tempi antichi, un fascino che è ancora possibile ritrovare nell'intramontabile film Riso Amaro di Giuseppe De Santis. In Lomellina si coltivano oltre cento varietà di riso, alcune di esse, considerate le più tradizionali saranno "protette" da un apposito Marchio di Qualità.
La Storia del riso
Il riso viene da lontano: dall'Asia, dove era già conosciuto nella sua varietà selvatica dal 3.500 a.C. Ma in Europa arrivò solo secoli e secoli dopo e non subito questo cereale venne riconosciuto per il suo valore nutritivo. Solo dopo le pestilenze e le carestie del XIV secolo, si iniziò a considerarlo come fonte di sostentamento. Di conseguenza, il riso è approdato nella Lomellina, presumibilmente tra il 1400 e il 1500, portando grandi cambiamenti sia nello stile di vita che nel paesaggio. Indispensabili erano le opere di bonifica e di irrigazione, realizzate nei secoli seguenti, che modificarono radicalmente l'ambiente e favorirono lo sviluppo della cascina a corte chiusa, struttura abitativa tipica della civiltà agricola Lomellina, di origine forse feudale, se non addirittura derivata dalla villa rustica romana.
Le cascine sopravvivono ancora oggi e molte di esse sono visitabili e rappresentano la chiave per comprendere il successo della Lomellina come "provincia europea del riso".
Il Fiume Po
Con una lunghezza di oltre 650 Km, il Po è il fiume più lungo d’Italia. La sorgente è posta a Pian del Re, ai piedi del Monviso, a 2022 metri di quota.
Nel suo percorso dalle Alpi piemontesi all’Adriatico, il Grande Fiume raccoglie acqua da ben 141 affluenti. Il suo è il più grande bacino idrografico italiano (oltre 71.000 Km quadrati) e comprende ben sei regioni, oltre 3.200 comuni ed una popolazione di circa 16 milioni di abitanti.
La foce è posta a nord di Ravenna. Nell’ultimo tratto del suo percorso il Po si divide in cinque bocche (Po della Maestra, Po della Pila, Po di Tolle, Po della Gnocca, Po di Goro) che formano un delta di 380 Km quadrati
Territorio e il suo paesaggio
La Lomellina è dominata dalla coltura del riso. Chilometri e chilometri di risaie fanno di questo vasto territorio un ambiente affascinante e suggestivo, grazie a quella sensazione di equilibrio tra natura e attività dell'uomo e allo scorrere delle stagioni che, in risaia, si traduce in un sorprendente sfumare di colori.
L'inverno è dominato dal silenzio e dal colore bruno della terra a riposo, nei mesi più freddi spesso striato dal bianco della brina o della neve e avvolto dal grigio argenteo della nebbia. In primavera, il risveglio delle risaie è brillante e cristallino, come l'acqua che le sommerge e le trasforma in un'immensa scacchiera di specchi che riflettono l'intero ambiente circostante, dalle nuvole, ai monti, agli alberi, al più piccolo filo d'erba. D'estate il riso che cresce è di un verde carico e acceso che dà forza ed energia al panorama e ben si sposa con l'azzurro del cielo e le vaporose nubi estive. In autunno, il riso ormai maturo si trasforma in oro e, prima di essere raccolto, dona al panorama tonalità calde e magiche.
Anche se il ciclo del lavoro della risaia è oggi completamente meccanizzato, l'ambiente conserva ancora il fascino dei tempi antichi, un fascino che è ancora possibile ritrovare nell'intramontabile film Riso Amaro di Giuseppe De Santis. In Lomellina si coltivano oltre cento varietà di riso, alcune di esse, considerate le più tradizionali saranno "protette" da un apposito Marchio di Qualità.
La Storia del riso
Il riso viene da lontano: dall'Asia, dove era già conosciuto nella sua varietà selvatica dal 3.500 a.C. Ma in Europa arrivò solo secoli e secoli dopo e non subito questo cereale venne riconosciuto per il suo valore nutritivo. Solo dopo le pestilenze e le carestie del XIV secolo, si iniziò a considerarlo come fonte di sostentamento. Di conseguenza, il riso è approdato nella Lomellina, presumibilmente tra il 1400 e il 1500, portando grandi cambiamenti sia nello stile di vita che nel paesaggio. Indispensabili erano le opere di bonifica e di irrigazione, realizzate nei secoli seguenti, che modificarono radicalmente l'ambiente e favorirono lo sviluppo della cascina a corte chiusa, struttura abitativa tipica della civiltà agricola Lomellina, di origine forse feudale, se non addirittura derivata dalla villa rustica romana.
Le cascine sopravvivono ancora oggi e molte di esse sono visitabili e rappresentano la chiave per comprendere il successo della Lomellina come "provincia europea del riso".
Il Fiume Po
Con una lunghezza di oltre 650 Km, il Po è il fiume più lungo d’Italia. La sorgente è posta a Pian del Re, ai piedi del Monviso, a 2022 metri di quota.
Nel suo percorso dalle Alpi piemontesi all’Adriatico, il Grande Fiume raccoglie acqua da ben 141 affluenti. Il suo è il più grande bacino idrografico italiano (oltre 71.000 Km quadrati) e comprende ben sei regioni, oltre 3.200 comuni ed una popolazione di circa 16 milioni di abitanti.
La foce è posta a nord di Ravenna. Nell’ultimo tratto del suo percorso il Po si divide in cinque bocche (Po della Maestra, Po della Pila, Po di Tolle, Po della Gnocca, Po di Goro) che formano un delta di 380 Km quadrati
Galleria fotografica
La Lomellina
Una piccola parte della Pianura Padana, nella zona sud - occidentale della Lombardia, è designata con il nome di "Lomellina"; è un'area pianeggiante e fertile di circa 1.250 kmq, interamente compresa nella provincia di Pavia; su tre lati ha confini naturali che la delimitano chiaramente: il Sesia ad ovest, il Po ad ovest e a sud ed il Ticino ad est; il confine a nord è rappresentato dalla cosiddetta "linea dei fontanili". Questo territorio è diviso in tre "fette" dai torrenti Agogna e Terdoppio (anticamente pare vi fossero anche i torrenti Dirumplo, Lamposo e Solaro, di cui si hanno nebulose notizie e che probabilmente sfociavano nel Po): la zona occidentale è compresa tra il fiume Sesia ed il torrente Agogna, quella centrale tra i torrenti Agogna e Terdoppio, e quella orientale tra il torrente Terdoppio ed il fiume Ticino. In epoca romana queste tre zone erano denominate rispettivamente "Cottuda", "Alliana" e "Siccomaro".
Una piccola parte della Pianura Padana, nella zona sud - occidentale della Lombardia, è designata con il nome di "Lomellina"; è un'area pianeggiante e fertile di circa 1.250 kmq, interamente compresa nella provincia di Pavia; su tre lati ha confini naturali che la delimitano chiaramente: il Sesia ad ovest, il Po ad ovest e a sud ed il Ticino ad est; il confine a nord è rappresentato dalla cosiddetta "linea dei fontanili". Questo territorio è diviso in tre "fette" dai torrenti Agogna e Terdoppio (anticamente pare vi fossero anche i torrenti Dirumplo, Lamposo e Solaro, di cui si hanno nebulose notizie e che probabilmente sfociavano nel Po): la zona occidentale è compresa tra il fiume Sesia ed il torrente Agogna, quella centrale tra i torrenti Agogna e Terdoppio, e quella orientale tra il torrente Terdoppio ed il fiume Ticino. In epoca romana queste tre zone erano denominate rispettivamente "Cottuda", "Alliana" e "Siccomaro".